Esami Specialistici
ABERROMETRIA TOPOGRAFICA
Le aberrazioni sono le deformazioni del segnale luminoso (fronte d’onda) che questo subisce nell’attraversare la cornea, il cristallino, l’umor acqueo, il corpo vitreo prima di raggiungere la retina. Anche l’ipermetropia, l’astigmatismo e la miopia rappresentano aberrazioni oculari (di basso ordine). L’aberrometria corneale è un esame diagnostico che consente di verificare le eventuali alterazioni della superficie anteriore cornea e serve per una valutazione pre-operatoria della chirurgia refrattiva corneale o per una valutazione del risultato refrattivo dopo l’intervento di chirurgica refrattiva. Per la maggior precisione del risultato di questo esame diagnostico è conveniente sospendere le lenti a contatto 3-4 giorni prima, se si utilizzano lenti a contatto morbide e almeno 2 settimane prima se si utilizzano lenti gas permeabili o semi rigide. E’ un esame computerizzato, non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
ARGON LASER
è utilizzato in oculistica per trattare le zone di retina malate (come nella retinopatia diabetica o nelle occlusioni vascolari della retina) o in altri casi per “saldare” la retina intorno a lesioni che potrebbero determinare un distacco di retina (trattamento per fori retinici, lacerazioni retiniche, o degenerazioni regmatogene della periferia retinica). Con la sua azione termica l’argon laser produce una “fotocoagulazione” (a tutti gli effetti una “bruciatura”) della retina con il vantaggio di asciugare ed evitare la formazione di neovasi nella retinopatia diabetica e nelle occlusioni vascolari ed una tenace adesione come “barrage” nelle lacerazioni, nei fori e nelle degenerazioni periferiche. E’ comunque un trattamento non invasivo, (vengono instillate le gocce per la dilatazione pupillare ed alcune gocce di anestetico per appoggiare una specifica lente sull’occhio). La durata varia a seconda del tipo di lesione da trattare (ma in genere è di pochi minuti) il paziente al termine può riprendere le proprie attività ma è consigliabile la presenza di un accompagnatore.
AUTOCHERATOMETRIA
L’autocheratometria è un esame strumentale che consiste nella misurazione della curvatura esterna della cornea al fine di individuare eventuali errori di rifrazione dell’occhio, come nel caso dell’astigmatismo e si effettua utilizzando uno strumento chiamato autocheratometro, oggi computerizzato (mentre la cheratometria od oftalmometria, utilizzava il cheratometro di Javal- Schiòtz). E’ un esame utile, insieme alla topografia, nella diagnosi del cheratocono, una patologia della cornea rara, ma a volte fortemente invalidante la funzione visiva. Come detto è un esame computerizzato, non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di pochi secondi ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
AUTOREFRATTOMETRIA
L’autorefrattometria è un esame diagnostico computerizzato in grado di determinare la valutazione oggettiva dei difetti della vista, come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo. Il test eseguito mediante l’autorefrattometro, è in grado, in pochi secondi ed in maniera non invasiva, di individuare il difetto refrattivo dell’occhio sottoposto all’esame con assoluta precisione. L’esame di facile esecuzione, non invasivo, sia per gli adulti che per i bambini, viene effettuato con strumenti computerizzati di alta precisione. Per i bambini da 0 a 6 anni, nel nostro studio, viene utilizzato un autorefrattometro che consente l’acquisizione degli eventuali difetti visivi alla distanza di oltre 1 metro, strumento appositamente studiato e costruito per questi piccoli pazienti. E’ un esame computerizzato, non invasivo, non vengono instillate gocce ed è della durata di pochi secondi. Il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
BIOMETRIA
La biometria è un esame diagnostico dell’occhio che è in grado, in pochi secondi ed in maniera non invasiva, di misurare in modo molto preciso sia la sua lunghezza anteroposteriore che di altre strutture del bulbo oculare. La biometria può essere ecografica ed ottica. La biometria ecografica viene effettuata mediante l’utilizzo di una sonda ad ultrasuoni (A scan), mentre la biometria ottica, di più recente introduzione nella pratica clinica, si basa sulla interferometria ottica a coerenza parziale e utilizza un raggio luminoso. Entrambe possono essere utilizzate per il calcolo del cristallino artificiale che viene poi impiantato nell’intervento di cataratta e tali metodiche possono essere utilizzate nel nostro studio. Un recente utilizzo della biometria ottica, è quella dello studio della progressione della miopia nei bambini e negli adolescenti in grado di determinare l’aumento della lunghezza anteroposteriore del bulbo oculare indipendentemente dai fenomeni accomodativi (Myah Topcon. Link https://topconmyah.com/) e di prescrivere quindi delle lenti di ultima generazione che consentono, non solo la correzione della miopia, ma che rappresentano un “trattamento” finalizzato al rallentamento della progressione della miopia in questa fascia di età dei piccoli pazienti.
Sono esami computerizzati, non invasivi della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze. La biometria ecografica prevede l’istillazione di gocce di anestetico.
BUT (acronimo Break Up Time)
E’ un test per la valutazione della funzione lacrimale che associato ad altri esami ci aiuta nella diagnosi dell’occhio secco. Proposto da Norn nel 1969, si esprime nel tempo in secondi che intercorre tra un ammiccamento e la formazione del primo “dry spot” (dark area), nel film precorneale, indicatore della stabilità del film lacrimale. Un valore BUT ≥ 10 sec è normale. Un valore BUT ≤ 10 sec è patologico e indica occhio secco. Il Non Invasive Tear Break Up-Time (NIBUT) E’ il tempo che intercorre tra un ammiccamento e la formazione di deformazioni in un pattern riflesso sulla cornea. Mediante lo strumento Myah della Topcon. (Link https://topconmyah.com/), di cui è dotato il nostro studio, è possibile effettuare questo test e i test computerizzati e non invasi per lo studio completo del film lacrimale, come l’imaging delle ghiandole di Meibomio, lo studio analitico del menisco lacrimale, lo studio della frequenza dell’ammiccamento e la valutazione delle aberrazioni tra gli ammiccamenti. Sono esami computerizzati, non invasivi della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
CAMPO VISIVO COMPUTERIZZATO
Il campo visivo è tutta la porzione di spazio vista dall’occhio nel momento in cui questo fissa un punto definito davanti a sé. Quindi l’esame del campo visivo, permette di studiare l’integrità delle vie ottiche dall’occhio sino alla corteccia occipitale ove queste portano l’informazione visiva. È quindi un esame fondamentale per lo studio di malattie come il glaucoma, per alcune patologie che coinvolgono la retina centrale o periferica, nei disturbi e affezioni correlate al nervo ottico e alle vie ottiche cerebrali e anche nella ptosi palpebrale. E’ un esame computerizzato, non invasivo, non vengono instillate gocce e della durata media di 20-30 minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
CURVA PRESSIONE INTRAOCULARE PER GLAUCOMA
La pressione intraoculare non è costante durante l’arco della giornata e si possono rilevare aumenti della pressione che possono sfuggire ad una singola misurazione. In tali casi può essere necessario, mediante la tonometria, controllare la pressione intraoculare più volte nell’arco della giornata tracciandone poi una curva giornaliera che ci consente di avere con maggior accuratezza l’evoluzione di una ipertensione oculare verso un glaucoma.
ECOGRAFIA DELL' ANGOLO IRIDO-CORNEALE DEL SEGMENTO ANTERIORE (UBM)
L’ecografia oculare del segmento anteriore impiega gli ultrasuoni per la visualizzazione delle strutture interne dell’occhio. Gli ultrasuoni rimbalzano sui tessuti, generando “echi” che vengono raccolti ed elaborati in modo da formare immagini diagnostiche. L’ Ultra Bio Microscopia (UBM) evidenzia strutture del segmento anteriore dell’occhio altrimenti non visualizzabili, in particolare permette la visualizzazione dell’ampiezza dell’ angolo irido corneale e del corpo ciliare. Per questo è indicato nel controllo del glaucoma ad angolo stretto e nella valutazione del rischio di occlusione dell’angolo irido corneale e del conseguente glaucoma acuto. E’ inoltre utile per lo studio delle patologie corneali, dell’iride e dell’angolo irido-corneale. Importante anche nella valutazione del successo di numerosi interventi chirurgici. L’esame non è invasivo e non necessita di alcuna preparazione: previa somministrazione di un collirio anestetico viene posta tra le palpebre una coppetta di silicone riempita di soluzione fisiologica in cui viene immersa la sonda collegata all’ecografo.
ECOGRAFIA OCULARE
L’ecografia oculare del segmento anteriore impiega gli ultrasuoni per la visualizzazione delle strutture interne dell’occhio. Gli ultrasuoni rimbalzano sui tessuti, generando “echi” che vengono raccolti ed elaborati in modo da formare immagini diagnostiche. L’ecografia oculare è di massima utilità quando sono presenti opacità dei mezzi ottici che impediscono una visualizzazione del fondo oculare: una cataratta avanzata o ad esempio una emorragia nel vitreo. L’ecografia orbitaria permette di studiare la ghiandola lacrimale, i muscoli oculomotori, il nervo ottico e le altre strutture dell’orbita. L’esame non è invasivo e non necessita di alcuna preparazione: previa somministrazione di un collirio anestetico viene posto del gel sulla palpebra chiusa ed appoggiata la sonda dell’ecografo o delle gocce di anestetico per lo studio dei muscoli oculari.
ESAME DEL FILM LACRIMALE
Mediante lo strumento Myah della Topcon. (Link https://topconmyah.com/), di cui è dotato il nostro studio, è possibile effettuare questo test e i test computerizzati e non invasivi per lo studio completo del film lacrimale, come l’imaging delle ghiandole di Meibomio, lo studio analitico del menisco lacrimale, lo studio della frequenza dell’ammiccamento e la valutazione delle aberrazioni tra gli ammiccamenti. E’ un esame, non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
ESAME DEL FONDO OCULARE
L’esame del fondo oculare (o del fundus oculi), è un esame oculistico diagnostico mediante il quale l’oculista studia le strutture interne dell’occhio: il corpo vitreo, la retina (sia nella zona centrale, detta macula, per la possibile presenza di degenerazione maculare o altre affezioni maculari, sia la periferia, area anatomica da cui può avere origine un distacco di retina per la presenza di aree degenerative qui localizzate), il nervo ottico e lo stato della circolazione retinica, sia arteriosa che venosa (l’oculista è l’unico medico in grado di vedere lo “stato” dei vasi del corpo umano). E’ un esame non invasivo e richiede la dilatazione della pupilla (la durata della quale, tranne che in casi particolari, è di circa 1-2 ore) e può essere eseguito con diversi strumenti più o meno sofisticati per una migliore ed approfondita esplorazione delle strutture interne dell’occhio. Il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
ESAME DEL VISUS
L’esame del visus o misurazione dell’acuità visiva è l’esame attraverso il quale l’oculistica è in grado di valutare l’effettiva capacità visiva degli occhi del paziente. Si effettua chiedendo al paziente, esaminando un occhio alla volta, di leggere le lettere proiettate su una tabella (detta ottotipo) o visualizzate su un particolare computer, che presentano via via una grandezza decrescente le cui righe corrispondono ai “decimi di vista” (la prima riga equivale a 1/10 e così via; se il paziente legge 3 righe avrà 3/10, se legge 10 righe avrà 10/10 di vista). Durante questa misurazione l’oculista è in grado anche di valutare la “correzione ottica migliore” per quel determinato occhio (che poi scriverà nella prescrizione delle lenti per occhiali) che consente di leggere i 10/10 o quello che quell’occhio può leggere. Molti pazienti confondono i “decimi”, che rappresentano le righe che l’occhio riesce a leggere con o senza occhiali con le “diottrie” che rappresentano invece la misura del potere delle lenti che messe davanti all’occhio consentono di leggere i “decimi”. Sono esami computerizzati, non invasivi della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze. Per la maggior precisione del risultato di questo esame e per una corretta prescrizione degli occhiali (e/o lenti a contatto) è conveniente sospendere l’uso delle lenti a contatto 3-4 giorni prima, se si utilizzano lenti a contatto morbide e almeno 2 settimane prima se si utilizzano lenti gas permeabili o semi rigide. Nel nostro studio la valutazione della correzione ottica migliore, può essere effettuata mediante uno strumento computerizzato (foroptero), ed è comunque un esame non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
ESAME SENSIBILITÀ AL CONTRASTO
Il contrasto luminoso è la capacità di percepire la minima differenza di luminosità (tonalità) fra due superfici prossime dello stesso colore, rappresentando nella sua scala massima quel fenomeno che ci consente, ad esempio, la distinzione dei caratteri della stampa su un foglio bianco. Questa sensibilità è molto elevata, ma peggiora in alcune patologie oculari che coinvolgono la retina, il nervo ottico e in alcune malattie, come ad esempio il diabete, il glaucoma, come esito di interventi di chirurgia refrattiva, nell’assunzione di alcuni farmaci, inoltre varia con l’età ed è influenzata dall’acutezza visiva, dalla qualità della correzione ottica indossata (lenti a contatto o occhiali), dal diametro della pupilla, dalla presenza di opacità corneali o dalla presenza di una cataratta. La misurazione viene effettuata tramite un ottotipo con lo schermo LCD ove vengono visualizzate delle righe formate da lettere della stessa grandezza, dello stesso colore ma di tonalità diversa, che si riduce sempre di più sino a che il soggetto non riesce a distinguere più le lettere. L’esame oltre che per lo studio delle patologie suddette viene richiesto per il rilascio della patente di guida o in alcuni sport. E’ un esame computerizzato, non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
ESAME ORTOTTICO
L’ortottista (o assistente in oftalmologia) è la figura professionale che affianca l’oculista, nella prevenzione, nella valutazione e nella riabilitazione visiva dei disturbi motori e sensoriali della visione. Quindi con la visita ortottica, l’ortottista è in grado non solo di valutare l’eventuale presenza di un’alterazione dell’apparato neuromuscolare degli occhi (strabismo, soppressione, diplopia, exoforia, esoforia, deficit di convergenza, ecc.), ma anche di trattare tali patologie in sinergia con l’oculista e spesso, nei piccoli pazienti, con i genitori, al fine di recuperare il giusto equilibrio neuro funzionale della motilità oculare e della funzione visiva. E’ inoltre utile nello studio dei pazienti candidati alla chirurgia refrattiva e quelli con elevato difetto refrattivo nella chirurgia della cataratta. La visita ortottica è un esame, non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di 20-30 minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
ESOFTALMOMETRIA
L’esoftalmometria è l’esame che consente all’oculista di valutare la sporgenza dei bulbi oculari facendo riferimento al bordo osseo dell’orbita temporale. Si effettua appoggiando un regolo graduato (esoftalmolmetro di Hertel) sul bordo esterno dell’orbita di entrambi gli occhi ed attraverso un sistema di specchi, è possibile misurare la distanza in millimetri del vertice della cornea dal bordo orbitario. Tali valori, in condizioni fisiologiche, variano in rapporto alla forma dell’orbita e alla lunghezza del bulbo oculare, ma si considerano valori normali quelli compresi tra i 10 ed i 16 mm, nelle donne e nei bambini e tra i 14 ed i 20 mm negli uomini. In condizioni patologiche, come nel morbo di Basedow (ipertiroidismo) per ispessimento dei muscoli oculari o per la presenza di lesioni che occupano spazio all’interno dell’orbita, come cisti, angiomi, tumori o aneurismi, questi valori possono superare i 28-30 mm. E’ un esame, non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
FOTO HD DEL SEGMENTO ANTERIORE
La fotografia del segmento anteriore dell’occhio permette di documentare e monitorare l’accrescimento di patologie a carico delle palpebre (nei, verruche, tumori, ectropion entropion ecc), della congiuntiva (papillomi, cisti), della sclera e della cornea (pinguecole, pterigi, cicatrici), della pupilla e dell’iride (nei, neoformazioni), dell’angolo irido corneale e del cristallino. L’esame si effettua mediante la lampada a fessura e presso il nostro studio è possibile avere una risoluzione ad HD documentale delle patologie suddette. E’ un esame, non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
FOTO DEL SEGMENTO POSTERIORE
La fotografia del fondo oculare permette di documentare patologie a carico della macula, della retina, del nervo ottico e della circolazione dei vasi retinici (trombosi venosa, occlusione arteriosa), come per esempio nel diabete, nell’ipertensione arteriosa ecc. Molto importante è documentare l’area maculare (degenerazione maculare senile) e lo studio delle fibre del nervo ottico. E’ un esame, non invasivo, vengono instillate gocce per la dilatazione della pupilla, è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
GONIOSCOPIA
La gonioscopia è una metodica diagnostica impiegata dall’oculista per esplorare l’angolo irido-corneale (cioè l’angolo anatomico che si viene a formare tra la cornea e l’iride). Lo scopo di tale indagine è valutare soprattutto se l‘angolo irido-corneale sia aperto o stretto consentendo quindi di porre diagnosi di glaucoma ad angolo ristretto o evidenziare patologie di questa piccola regione nascosta dell’occhio (nei, sinechie, ecc.). L’esame si effettua alla lampada a fessura mediante una lente dotata di uno specchio inclinato di 62° (lente di Goldmann), che viene appoggiata sulla cornea previa istillazione di gocce di anestetico e l’applicazione di uno strato di metilcellulosa. E’ un esame, non invasivo della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
IRIDECTOMIA YAG LASER
L’angolo irido-corneale (cioè l’angolo anatomico che si viene a formare tra la cornea e l’iride), contiene il “trabecolato”, che è il filtro attraverso il quale l’acqueo prodotto esce dall’occhio. L’angolo può essere esaminato con una metodica detta “gonioscopia”. (vedi). In particolari occhi predisposti, come nei bulbi piccoli o con ipermetropia elevata, con la dilatazione pupillare l’angolo si può chiudere improvvisamente causando un aumento repentino della pressione oculare, che può dare danni irreversibili al nervo ottico e possibile perdita della vista (attacco acuto di glaucoma ad angolo chiuso). L’iridotomia yag laser è il trattamento di elezione nel glaucoma ad angolo chiuso e negli occhi a rischio per questa condizione: quelli che hanno l’angolo chiuso per almeno metà dell’occhio e una pressione oculare elevata (glaucoma ad angolo ristretto) e quelli che hanno un angolo chiuso ma una pressione oculare normale e nessun danno al nervo ottico, come trattamento preventivo. L’iridotomia yag laser in questi occhi crea un “foro” a livello della periferia dell’iride, evitando così che l’angolo possa chiudersi e la pressione dell’occhio aumentare. Nell’occhio mezzora prima del trattamento vengono instillate delle gocce che rendono la pupilla più piccola (miotici). Si istillano poi, alcune gocce di anestetico per appoggiare sulla cornea una specifica lente con della metilcellulosa per eseguire il trattamento laser. La procedura richiede solitamente 5-10 minuti ed il paziente può in alcuni casi avvertire un lieve dolore della durata di pochi secondi.
OCT (tomografia della regione maculare, del nervo ottico e delle fibre nervose)
L’OCT (dall’acronimo anglosassone di Optical Coherence Tomography o tomografia a coerenza ottica) è una recente tecnica diagnostica non invasiva che consente, senza entrare in contatto con l’occhio, di ottenere attraverso una serie di fotografie scattate sfruttando la riflessione dei raggi laser ed infrarossi inviati sulla retina, immagini “in vivo” della retina stessa (con una precisione, a seconda degli strumenti, che arriva sino ai 5 micron) che successivamente elaborate dal computer, rendono visibili, in sezioni “tomografiche”, i più piccoli dettagli dell’area retinica esaminata. L’analisi di tali immagini consente di evidenziare tutte le condizioni patologiche a carico del segmento anteriore (OCT del segmento anteriore) e del polo posteriore del paziente. Quindi l’OCT è utile nella diagnosi di malattie retiniche degenerative (degenerazione maculare senile ecc ), nei pucker maculari (nelle sindromi dell’interfaccia), nei fori maculari, nelle forme vascolari (trombosi, etc), nella retinopatia diabetica (edema maculare diabetico, ecc), nella coroidite sierosa centrale, nelle forme tumorali, ma anche nel controllo post-chirurgico di pazienti sottoposti ad interventi di distacco di retina o per altre malattie retiniche. L’OCT consente inoltre lo studio della papilla ottica, delle cellule ganglionari, dello strato delle fibre nervose che compongono il nervo ottico rappresentando l’esame imprescindibile anche se complementare, insieme al campo visivo, alla pachimetria e alla tonometria, nella valutazione preventiva e nel monitoraggio della malattia glaucomatosa. L’OCT è l’esame indispensabile nella diagnosi e nella valutazione del decorso della degenerazione maculare senile nonché nella prescrizione e nella tempistica della terapia intravitreale per l’evoluzione di questa patologia L’esame inoltre consente di valutare quale recupero visivo può avere un paziente che si accinge a sottoporsi ad un intervento di cataratta o ad un intervento sulla retina. Come detto, è un esame non invasivo, della durata di pochi minuti che può essere effettuato anche senza dilatazione della pupilla ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
L’OCT DEL SEGMENTO ANTERIORE.
L’OCT (dall’acronimo anglosassone di Optical Coherence Tomography o tomografia a coerenza ottica) è una recente tecnica diagnostica non invasiva che consente, senza entrare in contatto con l’occhio, di ottenere attraverso una serie di fotografie scattate sfruttando la riflessione dei raggi laser ed infrarossi inviati sul segmento anteriore dell’occhio di ottenere delle immagini ad alta risoluzione della cornea, della camera anteriore, dell’iride, dell’angolo irido-corneale, della pupilla e del cristallino. E’ di fondamentale importanza nella previsione e nel decorso post operatorio di alcuni tipi di chirurgia refrattiva e nella diagnosi e terapia di alcune affezioni di questa regione dell’occhio. Come detto, è un esame non invasivo, della durata di pochi minuti che non necessita di dilatazione della pupilla ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
PACHIMETRIA (ecografia a ultrasuoni ed ottica)
La pachimetria è un esame diagnostico mediante il quale si ottiene la misurazione accurata dello spessore della cornea ossia la cupola trasparente al davanti dell’iride (la parte colorata dell’occhio). La cornea in condizioni normali al centro è spessa circa 540 micron, cioè millesimi di millimetro (0,54 mm) e lo spessore aumenta nella zona vicina al centro (circa 550 micron) e in quella periferica (650 micron). In presenza di alcune patologie la cornea può essere più spessa o più sottile. La misurazione dello spessore della cornea può essere eseguita mediante sonda ecografica (pachimetria ultrasonica), mediante radiazione infrarossa (pachimetria ottica) o mediante OCT (del segmento anteriore). Tutte e tre le metodiche possono essere eseguite presso il nostro studio. La pachimetria rappresenta l’esame fondamentale nelle procedure di chirurgia refrattiva che interessano la cornea, condizionando spesso (insieme alla pupillometria ed al difetto refrattivo) la scelta del tipo di intervento. E’ infine indispensabile come fattore correttivo nella valutazione della misurazione della pressione oculare nell’ipertensione oculare e nel glaucoma. E’ un esame non invasivo, della durata di pochi minuti che non necessita di dilatazione della pupilla (solo nella pachimetria ultrasonica sono necessarie alcune gocce di anestetico locale) ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze
PUPILLOMETRIA STATICA E DINAMICA
È un esame attraverso il quale viene misurato diametro pupillare sia in condizioni di luce forte (fotopica) che di bassa illuminazione (scotopica). Le informazioni raccolte attraverso questo esame sono utilizzate dall’oculista sia per lo studio della chirurgia refrattiva che nella moderna chirurgia della cataratta, perché la cinetica pupillare influenza in maniera significativa la qualità dell’immagine prodotta sulla retina. E’ un esame non invasivo, della durata di pochi minuti che non necessita di dilatazione della pupilla ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze
SINOTTOFORO
Il sinottoforo è uno strumento oftalmologico considerato il “gold standard“ per la diagnosi e la terapia correttiva delle varie disfunzioni della motilità oculare, come lo strabismo, ambliopia, diplopia, eteroforia, ecc. Utilizzato dall’ortottista, può essere usato per misurare l’angolo di strabismo, le eteroforie, il grado di stereopsi, di fusione e di convergenza ed è indispensabile per effettuare esercizi di riabilitazione della motilità oculare. Lo strumento è in grado di misurare anche lo strabismo latente permettendo di agire tempestivamente in modo da correggerlo prima che esso diventi manifesto. Si tratta di un apparecchio dotato di due oculari attraverso i quali il paziente vede due lastrine con delle figurine e delle manopole mediante le quali si possono muovere le immagini viste facendole allontanare od avvicinare esercitando così i muscoli oculari. E’ un esame non invasivo, della durata di alcuni minuti che non necessita di istillazione di gocce ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
SCHERMO DI HESS-LANCASTER
Lo schermo di Hess-Lancaster o test di Hess-Lancaster è un esame diagnostico oftalmologico che consente di diagnosticare e documentare eventuali difetti della motilità oculare, responsabili di diplopia, strabismo o paralisi dei muscoli oculari. Il test consiste nella valutazione della coordinazione motoria dei due occhi e della loro eventuale deviazione nelle varie posizioni di sguardo riuscendo a definire qual è il muscolo oculare responsabile della deviazione. Durante l’esame, viene chiesto al paziente di sedersi di fronte ad uno schermo quadrettato e di indossare un paio di occhiali che presentano una lente di colore rosso e una di colore verde. Gli viene infine fornita una torcia di colore verde con la quale illuminerà la mira proiettata dall’ortottista. Nel corso dell’esame, l’ortottista riporta sul test i punti illuminati dal paziente, dai quali si ottiene un grafico che consente di diagnosticare l’eventuale presenza di difetti nella motilità oculare. E’ un esame non invasivo può essere eseguito su pazienti di tutte le età, della durata di alcuni minuti che non necessita di istillazione di gocce ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
STUDIO DELLA FUNZIONE LACRIMALE
Mediante lo strumento Myah della Topcon. (Link https://topconmyah.com/), di cui è dotato il nostro studio, è possibile effettuare questo test e i test computerizzati e non invasivi per lo studio completo del film lacrimale, come l’imaging delle ghiandole di Meibomio, lo studio analitico del menisco lacrimale, lo studio della frequenza dell’ammiccamento e la valutazione delle aberrazioni tra gli ammiccamenti. Sono esami non invasivi, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
TBT, ammiccamento, menisco lacrimale
Mediante lo strumento Myah della Topcon. (Link https://topconmyah.com/), di cui è dotato il nostro studio, è possibile effettuare questo test e i test computerizzati e non invasivi per lo studio completo del film lacrimale, come l’imaging delle ghiandole di Meibomio, lo studio analitico del menisco lacrimale, lo studio della frequenza dell’ammiccamento e la valutazione delle aberrazioni tra gli ammiccamenti. Sono esami non invasivi, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
STUDIO DELLE GHIANDOLE DI MEIBOMIO
Mediante lo strumento Myah della Topcon. (Link https://topconmyah.com/), di cui è dotato il nostro studio, è possibile effettuare questo test e i test computerizzati e non invasivi per lo studio completo del film lacrimale, come l’imaging delle ghiandole di Meibomio, lo studio analitico del menisco lacrimale, lo studio della frequenza dell’ammiccamento e la valutazione delle aberrazioni tra gli ammiccamenti. Sono esami non invasivi, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
STUDIO DELLA PROGRESSIONE DELLA MIOPIA ASSIALE NEI BAMBINI (MYAH)
Mediante lo strumento Myah della Topcon. (Link https://topconmyah.com/), di cui è dotato il nostro studio, è possibile effettuare oltre ai test computerizzati e non invasivi per lo studio completo del film lacrimale, come l’imaging delle ghiandole di Meibomio, lo studio analitico del menisco lacrimale, lo studio della frequenza dell’ammiccamento e la valutazione delle aberrazioni tra gli ammiccamenti, anche la biometria mediante interferometria ottica a bassa coerenza (ossia la misurazione anteroposteriore del bulbo oculare). La miopia si realizza a causa dell’eccessivo allungamento anteroposteriore del bulbo oculare (miopia assiale). Si stima che il 50% della popolazione mondiale, comprese le regioni europee, diventi miope entro il 20501. Lo strumento MYAH nei bambini consente di monitorare la progressione della miopia e confrontare le misurazioni ottenute con le curve di crescita per la lunghezza assiale utilizzando l’ampio set di dati raccolto dall’Università Erasmus (Rotterdam, NL)3. Oggi integrando questi dati con l’utilizzo di una nuova generazione di lenti, sia a contatto che per occhiale, oltre a correggere il difetto refrattivo miopico si può effettuare un “trattamento” in grado di rallentare la progressione della miopia nella fascia di età dai 4 ai 16 anni. I grafici Rx e Lunghezza assiale consentono di monitorare la progressione e monitorare l’efficacia del trattamento. Il MYAH fornisce questi dati in modo da poter confrontare le modifiche nel tempo. E’ un esame, non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di pochi minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
1Holden, BA, Fricke, TR, Wilson, DA et al. Global prevalence of myopia and high myopia and temporal trends from 2000 through 2050. Ophthalmology. 2016; 123:1036–42.
2Mandal, P, Berrow, EJ, Naroo SA, et al. Validity and repeatability of the Aladdin ocular biometer. BJO. December 01, 2015. Available from
3Coordinates incorporated in this Myopia device are the most recent available data and originate from the Myopia Research Group of Erasmus MC, Rotterdam
STUDIO DEI DIFETTI REFRATTIVI DEL BAMBINO dai 0 ai 5 anni mediante autorefrattometria
L’autorefrattometria è un esame diagnostico computerizzato in grado di determinare la valutazione oggettiva dei difetti della vista, come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo. Il test eseguito mediante l’autorefrattometro, è in grado, in pochi secondi ed in maniera non invasiva, di individuare il difetto refrattivo dell’occhio sottoposto all’esame con assoluta precisione. L’esame di facile esecuzione, non invasivo, sia per gli adulti che per i bambini, viene effettuato con strumenti computerizzati di alta precisione. All’autorefrattometria presso il nostro studio, si associa lo misurazione della lunghezza assiale mediante lo strumento Myah della Topcon (Link https://topconmyah.com/). Per i bambini da 0 a 6 anni, viene invece utilizzato un autorefrattometro computerizzato che consente l’acquisizione degli eventuali difetti visivi alla distanza di oltre 1 metro, strumento appositamente studiato e costruito per questi piccoli pazienti. E’ un esame non invasivo, si instillano gocce per la dilatazione pupillare ed è della durata di pochi secondi. Il piccolo paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
TEST DELLA SENSIBILITA AI COLORI (Tavole di Ishihara)
La percezione dei colori è un fenomeno complesso, ancora non del tutto chiarito, che si realizza grazie all’elaborazione corticale delle informazioni trasmesse da particolari cellule della retina (i coni) che sono sensibili alla percezione del rosso, del verde e del blu. Un difetto genetico che comporta la mancanza di uno o più di queste cellule specializzate comporta una mancata percezione di tutti i colori, condizione detta acromatospia o solo di particolari colori detta discromatopsia (tra cui il daltonismo). Inoltre possono esserci individui che sono sensibili a tutti e tre i colori fondamentali (tricromatismo), ma sono deficitari, in misura variabile, dei recettori di uno dei tre colori fondamentali (discromatoanomalie). I test che studiano tali alterazioni cromatiche sono principalmente il test di Ishihara ed il test di Fansworth-Munsell. Il primo consiste nella valutazione in una serie di 38 tavole (dette “Tavole di Ishihara”) ognuna delle quali presenta tanti cerchietti di diversa dimensione e colore disposti a definire un “numero” od un “percorso” che per i soggetti affetti da discromatopsie è impossibile percepire. Le “tavole di Ishihara” è un esame rapido, di pochi minuti, finalizzato soprattutto alla individuazione di pazienti affetti da discromatopsie dell’asse rosso-verde anche se in grado di definire l’entità dei difetti della sensibilità cromatica.
TEST DELLA SENSIBILITA AI COLORI (Fansworth-Munsell 100 Hue Color Vision Test).
La percezione dei colori è un fenomeno complesso, ancora non del tutto chiarito, che si realizza grazie all’elaborazione corticale delle informazioni trasmesse da particolari cellule della retina (i coni) che sono sensibili alla percezione del rosso, del verde e del blu. Un difetto genetico che comporta la mancanza di uno o più di queste cellule specializzate comporta una mancata percezione di tutti i colori, condizione detta acromatospia o solo di particolari colori detta discromatopsia (tra cui il daltonismo). Inoltre possono esserci individui che sono sensibili a tutti e tre i colori fondamentali (tricromatismo), ma sono deficitari, in misura variabile, dei recettori di uno dei tre colori fondamentali (discromatoanomalie). I test che studiano tali alterazioni cromatiche sono principalmente il test di Ishihara ed il test di Fansworth-Munsell. Per il primo leggi TEST DELLA SENSIBILITA AI COLORI (Tavole di Ishihara). Il test Farnsworth-Munsell 100 Hue Color Vision, o Munsell Vision Test, è un test che valuta con maggior precisione e specificità la presenza di un anomalia nella percezione dei colori. Infatti il paziente deve ordinare, secondo la sua percezione dei colori, 100 pedine colorate che presentano minuscole differenze tra loro e che coprono tutte le sfumature visive descritte dal sistema di colori Munsell. Le disposizione delle pedine colorate viene poi elaborata da un computer che identifica con estrema precisione le eventuali anomalie della percezione dei colori (compreso il daltonismo). Tale esame è particolarmente importante per i designer, i fotografi e i coloristi, nonché in particolari sport che necessitano di una visione cromatica accurata. L’esame è della durata di circa 20 minuti e la diagnosi viene refertata subito. Entrambi i test possono essere eseguiti presso il nostro studio ed dopo il paziente può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
TEST DELLA STEREOPSI (Lang I e II)
La visione binoculare, anche detta visione stereoscopica o stereopsi, è la capacità del sistema visivo si sommare una parte ristretta del campo visivo che viene vista contemporaneamente dai due occhi e di formarne un’immagine singola. La forma, l’ampiezza e l’acutezza visiva, della visione binoculare sono caratteristiche soggettive influenzate dalla genetica e alla biologia degli occhi, dalla morfologia del viso (naso, posizione degli occhi e distanza, guance, sopracciglia, ecc), nonché anche alla cultura, all’esperienza e alle conoscenze degli oggetti osservati. Dalla visione binoculare dipende la fusione che implica l’attività dei muscoli estrinseci oculari, per il posizionamento degli assi visivi sull’oggetto interessato e la capacità psichica di formare, da due immagini retiniche simili, una rappresentazione visiva singola. La stereopsi è la capacità percettiva che consente di unire le immagini provenienti dai due occhi, che a causa del loro diverso posizionamento anatomico, presentano una disparità di visione che viene sfruttata dal cervello per trarre informazioni sulla profondità e sulla posizione spaziale dell’oggetto mirato e quindi la stereopsi permette di generare la visione tridimensionale. Lo studio mediante test della fusione e della stereopsi (Stereo Test Lang I e II) sono di fondamentale importanza nello sviluppo della vista nei bambini da 2 ai 5 anni in quanto ci danno informazione diretta dello stato di collaborazione dei due occhi e della elaborazione corticale delle immagini e ad evidenziare uno strabismo.
TEST DI AMSLER
Pur essendo un test soggettivo (è sufficiente perdere la fissazione per invalidare il test) e non è in grado di evidenziare gli scotomi (alterazioni del campo visivo) al di sotto dei 6° che sono la maggior parte rappresenta un esame estremamente facile da utilizzare, ripetibile anche a casa e abbastanza sensibile se effettuato con attenzione per determinare anche piccole ed incipienti alterazioni retiniche, nonché per monitorare evoluzione di scotomi preesistenti. Nell’esecuzione del test di AMSLER, il paziente deve posizionare la griglia a circa 30 cm, con la correzione per vicino se è presbite ed esaminare un occhio per volta. La griglia del test è in grado di valutare l’intera macula. Fissando il punto nero centrale con particolare attenzione (senza muovere assolutamente l’occhio da questa mira di riferimento) con una buona illuminazione, si possono evidenziare distorsioni, irregolarità e deformazioni (metamorfospie) della griglia in corrispondenza di possibili alterazioni retiniche maculari foveali. Per quanto soggettivo questo semplice test, effettuato con attenzione, può essere estremamente significativo per una patologia a carico dell’area maculare e foveale, cioè quella zona della retina deputata alla visione nitida. Facendo attenzione a non muovere l’occhio dal punto nero, si devono osservare i quadretti che dovrebbero essere sempre diritti e non presentare interruzioni, aree di confusione o distorsioni. Se queste fossero presenti è bene rivolgersi al proprio oculista per approfondire lo studio dell’area maculare con la visita del fondo oculare e dell’OCT.
TEST DI WORTH
Il test delle 4 luci di Worth è un test clinico che valuta come la immagini catturate vengano trasmesse al cervello. La visione binoculare, anche detta visione stereoscopica o stereopsi, è la capacità del sistema visivo si sommare una parte ristretta del campo visivo che viene vista contemporaneamente dai due occhi e di formarne un’immagine singola. La forma, l’ampiezza e l’acutezza visiva, della visione binoculare sono caratteristiche soggettive influenzate dalla genetica e alla biologia degli occhi, dalla morfologia del viso (naso, posizione degli occhi e distanza, guance, sopracciglia, ecc), nonché anche alla cultura, all’esperienza e alle conoscenze degli oggetti osservati. Dalla visione binoculare dipende la fusione che implica l’attività dei muscoli estrinseci oculari, per il posizionamento degli assi visivi sull’oggetto interessato e la capacità psichica di formare, da due immagini retiniche simili, una rappresentazione visiva singola. In condizioni normali gli assi visivi, le linee immaginarie che uniscono l’oggetto con le fovee, convergono su un unico punto. Il cervello riceve così l’immagine di un oggetto, da ciascun occhio, e le unisce in un’unica immagine. Questa capacità viene chiamata Fusione. Nella fusione distinguiamo due aspetti: uno motorio (indica la capacità di allineare gli occhi in modo da mantenere la fusione sensoriale) e uno sensorio, aspetti che avvengono contemporaneamente. La Fusione avviene solo se le immagini inviate al cervello provengono da punti corrispondenti e se sono uguali per dimensioni e nitidezza. Per lo studio della fusione viene utilizzato il test di WORTH. Al paziente vengono fatti indossare un paio di occhiali con lenti di colore diverso: una rossa e una verde e fatte osservare 4 luci di forma e colore diverso. Il test, che può essere eseguito sia per lontano che per vicino, consente di valutare il grado di fusione corticale del paziente di una presenza di diplopia o di soppressione di un occhio e di valutare l’occhio dominante.
TEST DI SCHIRMER 1 e 2
Il test di Schirmer proposto nel 1903 ed oramai superato da strumenti computerizzati per lo studio del film lacrimale come il Myah della Topcon (Link https://topconmyah.com/), utilizzato nel nostro studio, serve a determinare se l’occhio produce abbastanza lacrime per mantenerlo umettato. Si esegue con l’applicazione di una piccola striscia di carta millimetrata posta tra l’occhio e la palpebra. Il test risulta negativo (normale) se le lacrime assorbite dalla carta superano i 10 mm in 5 minuti o positivo (ipolacrimia severa se inferiore ai 10 mm, ipolacrimia grave inferiore ai 5 mm). L’uso di un collirio anestetico garantisce che venga misurata solo la secrezione lacrimale basale (test di Jones). La secrezione varia in funzione dell’età e altri fattori (ormonali, ampiezza della rima palpebrale, ecc.) possono influenzare la sensibilità del test.
TONOMETRIA (Pneumotonometria Goldmann)
Per tonometria si intende la misurazione della pressione oculare (tensione presente all’interno dell’occhio detta anche IOP dall’acronimo anglosassone Intra Ocular Pressure). Tale misurazione può essere effettuata con il cosiddetto tonometro ad applanazione (tonometro di Goldmann considerato il “gold standard”), strumento che tramite il contatto con la cornea è in grado di effettuare la misurazione ed in questo caso vengono instillate alcune gocce di un collirio anestetico e un colorante (fluoresceina) od in alternativa, presso il nostro studio, può essere utilizzato il tonometro a soffio (pneumotonometria) che non richiede il contatto di uno strumento con la cornea, pertanto non è necessaria l’instillazione di anestetico né di colorante e la misurazione della pressione endoculare è ottenuta tramite un lieve soffio d’aria diretto verso l’occhio del paziente. Inoltre tale strumento è in grado di rilevare lo spessore della cornea (vedi pachimetria), correggendo tramite un algoritmo il valore misurato con quello effettivamente presente all’interno dell’occhio. La misurazione della pressione oculare è un esame indispensabile nella prevenzione e nel monitoraggio del glaucoma, malattia subdola e sottovalutata che può portare danni irreparabili al campo visivo e alla vista.
TOPOGRAFIA CORNEALE COMPUTERIZZATA
La topografia corneale, detta anche mappa corneale, è un esame che studia la curvatura della superficie anteriore della cornea, in ogni suo punto. I punti che hanno la stessa curvatura vengono poi indicati sullo stampato dell’esame con un medesimo colore, e questo stampato finisce con l’assomigliare ad una carta geografica con le sue curve di livello a colori, che identificano, con il colore blu, ad esempio il mare e le sue profondità, mentre con il colore rosso la sommità di un vulcano. La topografia corneale è di grande utilità, in particolare in previsione di un intervento refrattivo; essa consente al chirurgo di sapere se la cornea ha una forma normale, ma anche di identificare l’astigmatismo irregolare causato dall’impronta sulla cornea di un eccessivo uso di lente a contatto (fenomeno detto warpage), il cheratocono e altre anomalie dello spessore. Permette anche di comprendere se la cornea, ad esempio, è stata sottoposta a interventi di chirurgia e di evidenziare eventuali precedenti traumi o anche per studiare il risultato della chirurgia refrattiva.
VISITA ORTOTTICA
L’ortottista (o assistente in oftalmologia) è la figura professionale che affianca l’oculista, nella prevenzione, nella valutazione e nella riabilitazione visiva dei disturbi motori e sensoriali della visione. Quindi con la visita ortottica, l’ortottista è in grado non solo di valutare l’eventuale presenza di un’alterazione dell’apparato neuromuscolare degli occhi (strabismo, soppressione, diplopia, exoforia, esoforia, deficit di convergenza, ecc.), ma anche di trattare tali patologie in sinergia con l’oculista e spesso, nei piccoli pazienti, con i genitori, al fine di recuperare il giusto equilibrio neuro funzionale della motilità oculare e della funzione visiva. L’ortottista infatti, in sinergia con l’oculista, si occupa del trattamento dell’ambliopia o occhio pigro, ovvero quella condizione in cui si instaura una riduzione dell’acuità visiva in un occhio (o più raramente di entrambi) determinata da un difetto visivo diverso tra i due occhi, uno strabismo o altre alterazioni dell’apparato visivo. E’ inoltre utile nello studio dei pazienti candidati alla chirurgia refrattiva e quelli con elevato difetto refrattivo nella chirurgia della cataratta. La visita ortottica è un esame, non invasivo, non vengono instillate gocce è della durata di 20-30 minuti ed il paziente al termine della valutazione può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
VISITA OCULISTICA PEDIATRICA
Lo sviluppo della vista alla nascita è appena iniziato e solo durante i successivi 6 anni sarà ultimato. È fondamentale pertanto, rispettare un calendario di controlli oculistici e ortottici che potrebbero evidenziare un problema visivo che il bambino non è in grado di percepire o manifestare.
Ecco quindi gli appuntamenti consigliati per i nostri bambini:
1° controllo. È effettuato nei giorni successivi al parto, in genere dal pediatra, con un esame di screening (test del riflesso rosso) che serve a rivelare patologie gravi come il retinoblastoma, cataratta congenita, glaucoma congenito od altre anomalie congenite. La valutazione del fondo oculare, effettuata dall’oculista, è inoltre “obbligatoria” per i bambini nati pretermine in quanto potrebbero sviluppare una retinopatia del prematuro (ROP).
2° controllo. Entro il primo anno di vita nei nati pretermine, sia che sviluppino o meno la retinopatia del prematuro, in quanto il rischio di sviluppare difetti visivi e strabismo in questi soggetti è maggiore rispetto ai nati a termine. Entro il primo anno di vita devono essere controllati anche i figli di madri che hanno contratto malattie durante la gravidanza, quali la toxoplasmosi o la rosolia, i bambini con familiari affetti da malattie retiniche di carattere eredofamiliare e i bambini ai quali il pediatra riscontri (dopo i 6 mesi) un’anomalia nei movimenti oculari o deviazioni strabiche che possono essere associate o meno a difetti refrattivi.
3° controllo. Ai 3 anni di età, anche se il bambino non lamenta disturbi, va effettuata una visita oculistica completa, indispensabile per identificare anomalie refrattive e della motilità oculare, diagnosticare un’eventuale ambliopia, (il cosiddetto occhio pigro) e intraprendere il trattamento necessario il prima possibile.
4° controllo. A 5/6 anni in concomitanza con l’inizio della scuola elementare. A questa età i difetti visivi vanno tempestivamente corretti per assicurare la migliore acuità visiva possibile e per gestirne al meglio l’evoluzione.
5°controllo. A 8 anni perché spesso a questa età si presenta l’insorgenza della miopia soprattutto se c’è un familiarità per tale difetto refrattivo.
Successivamente proseguire con visite oculistiche periodiche a seconda delle indicazioni fornite dall’oculista.
YAG LASER CAPSULOTOMIA
Alcuni mesi o anni dopo l’operazione di cataratta tra il 20 ed il 30% degli occhi, la capsula (lo strato esterno a “borsa” del cristallino) dove viene posizionato il cristallino artificiale, può opacizzarsi nella sua parte posteriore determinando una riduzione della vista (cataratta secondaria). Questa opacità può eliminata definitivamente mediante un trattamento laser (capsulotomia YAG laser). Trattamento del tutto indolore non invasivo della durata di pochi minuti che richiede solo l’istillazione di colliri per la dilatazione della pupilla e eventualmente anestetici per l’applicazione di una lente a contatto. Il paziente al termine della seduta può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni o avvertenze.
Appuntamenti con Dott. Benedetti
393 3300030 dalle 9.00 alle 10.00
Appuntamenti con Dott.ssa Bartolini
0744 205278 dalle 9.00 alle 13.00